Il caso presentato, seppur raro, denota l’attenzione che l’Odontoiatra deve porre ove vengano alla sua osservazione all’ortopanoramica dentale o ad un cone beam delle arcate dentali lesioni multiple della mandibola che mimano, ad una non attenta analisi, un aspetto pseudocistico.
In questi casi è necessario ampliare l’iter diagnostico per imaging per evitare che eventi morbosi sistemici non vengano diagnosticati, con conseguente estremo ritardo delle terapie adeguate.
Le immagini che seguono sono emblematiche di un’evenienza di questo tipo: il Paziente aveva eseguito una ortopanoramica dentale in uno studio odontoiatrico e gli era stato riferito di essere portatore di due cisti mandibolari che necessitavano, non di ulteriori accertamenti, ma solo di un controllo con la stessa metodica a distanza di un anno, per valutarne un eventuale accrescimento dimensionale.
Il Paziente non eseguì il controllo nei tempi richiesti. A distanza di due anni, recatosi in un altro studio odontoiatrico, riferì di essere portatore di due lesioni cistiche mandibolari: gli fu pertanto prescritto un esame cone beam dell’arcata inferiore.
L’indagine cone beam dimostrò tre lesioni mandibolari. Pertanto, nel dubbio estremamente fondato di una lesione di tipo sistemico, fu eseguita, mediante l’acquisizione a FOV Ampio (campo di vista) - realizzabile solo con alcuni apparecchi cone beam di alta linea – una ricostruzione in toto del cranio. Le ricostruzioni in telecranio e in 3D hanno dimostrato due lesioni osteolitiche, una dell’osso frontale sul versante destro e una temporo - parietale a sinistra.
Ormai giunti ad una diagnosi di patologia sistemica (con ogni verosomiglianza una istiocitosi X che può essere confermata solo mediante esame bioptico) abbiamo completato l’imaging con una indagine dello scheletro in toto, allo scopo di evidenziare ulteriori localizzazioni delle ossa piatte e lunghe, risultata però negativa.
Pertanto, in conclusione, se dopo l’ortopanoramica dentale, si fosse proceduto ad un accertamento di secondo livello (Cone Beam o TC) la patologia sistemica del Paziente sarebbe stata evidenziata tempestivamente e non – come nel caso descritto – con due anni di ritardo diagnostico.