Intervista di Silvia Borriello
Dr. Mocci, lei ha una lunga esperienza in odontoiatria digitale, può raccontarci come si è avvicinato ad exocad per la prima volta?
Più che un avvicinamento è stato un impatto! A parte gli scherzi, mi occupo di protesi CAD-CAM da ormai 12 anni, ma nei primi tempi di utilizzo di questa sistematica trovavo molte limitazioni sia sul fronte software di modellazione che sul piano produttivo, con il fresatore di cui disponevo all’epoca. In occasione del successivo acquisto di una milling machine più performante, ho deciso di implementare anche la dotazione software per ottimizzare al meglio i miei restauri. Devo ringraziare alcuni amici odontotecnici che mi parlavano già di exocad come il “non plus ultra” per una reale e funzionale programmazione dei restauri protesici: in pochissimo tempo, dopo aver testato in studio il software ed aver frequentato alcuni corsi base, ho iniziato a scoprire le potenzialità e le mille funzioni del programma, e da lì in poi ho continuato ad aggiornarmi e scoprire molte funzionalità e indicazioni all’uso del software per la mia pratica clinica.
In quanto utilizzatore dello Smile Creator exocad, per la pianificazione estetica del sorriso, come si trova ad utilizzare questo software?
Lo Smile Creator è uno dei tools che più apprezziamo all’interno del mio team. Con la Dr.ssa Giuliana Pascarella, che si occupa in particolare di protesi fissa e riabilitazioni estetiche metal-free, troviamo fondamentale nel nostro studio poter programmare e poi condividere con il paziente un progetto estetico che sia poi fedelmente replicabile nella sua bocca. La facilità di utilizzo del modulo rende tutto ciò molto semplice e scorrevole, direi pertanto che rappresenta la base di ogni progetto protesico importante che riguardi i settori anteriori. Il paziente, da parte sua, è entusiasta e rimane senza parole quando lo mettiamo di fronte alla simulazione realistica del suo futuro sorriso, e ciò influisce in maniera positiva sulla quota di accettazione dei piani cura. Posso quindi affermare che alla funzione di programmazione si affianca anche quella di strumento di marketing.
Qual’è la funzione o lo strumento exocad che preferisce? In che modo aiuta a migliorare il suo flusso di lavoro digitale?
Il software ci offre moltissime funzioni e strumenti di utilità, soprattutto in modalità Expert, pertanto la scelta è difficile… Ad ogni modo, mi sento di dire che lo strumento che perfeziona e snellisce i nostri flussi digitali, accompagnandoci con successo alla fase produttiva e riuscendo a by-passare i “vecchi” e numerosi appuntamenti di prova alla poltrona, è la funzione Jaw Motion Import. Importando in exocad i dati della cinematica mandibolare ricavati da un arco facciale digitale a rilevamento ottico, possiamo andare ben oltre il classico articolatore a valori medi, e gestire al meglio i nostri restauri potendoli “funzionalizzare” in ambiente virtuale, usando proprio i movimenti peculiari (e individuali) che il paziente compie nella realtà. Ciò si traduce nella produzione di manufatti che difficilmente hanno bisogno di ritocchi, e raramente presentano, per esempio, le interferenze in lateralità o protrusiva che i software tradizionali non possono calcolare, dal momento che lavorano in occlusione statica.
La stessa funzione, inoltre, la utilizziamo per la produzione di placche terapeutiche in pazienti disfunzionali. Otteniamo dei Bite funzionalizzati in pochi click, senza dover eseguire lunghi bilanciamenti nella bocca del paziente.
Nel suo studio dentistico ha sviluppato un flusso di lavoro completamente digitale per la maggior parte della produzione protesica. Ci può descrivere il flusso di lavoro e i vantaggi della modalità “in office”?
Negli anni, per una mia passione personale e per desiderio di migliorare la qualità dei miei lavori, nel mio studio ho attuato una forte digitalizzazione, a partire dall’adozione di vari software. Per la protesi ovviamente utilizzo exocad, ma anche il software “gemello” exoplan è fondamentale per la pianificazione implanto-protesica e la chirurgia computer guidata. Diversi altri software di utilità ampliano ed elaborano i dati di cui possiamo disporre per una corretta riabilitazione protesica. Sul fronte hardware, due fresatori lavorano materiali metal-free di vario tipo, sia a secco che con irrigazione, ed una stampante 3D ci aiuta nella produzione di modelli, guide chirurgiche, prototipi per prove estetiche, perfino protesi immediate post-estrattive. Tutto, ovviamente, partendo da uno scanner intra-orale a cui affianchiamo un sistema radiologico CBCT e altri devices quali un arco facciale digitale, uno spettrofotometro per la rilevazione del colore, ed un elettro-miografo per la calibrazione e lo studio ATM dei casi gnatologici più difficili.
Quanto elencato ci consente, ad oggi, di poter sviluppare l’80% della nostra produzione protesica su denti e impianti in modalità in-office. Indubbiamente, il vantaggio fondamentale è poter controllare ogni singolo passaggio nella programmazione del restauro. Mi riferisco, per esempio, alla possibilità di poter ottimizzare l’adattamento ed i rapporti anatomici di un restauro con l’antagonista, oppure di poter controllare gli spessori di una corona metal-free, poter modificare l’area di un connettore in un ponte in Zirconio, o disegnare un pontic in maniera compressiva e controllata per implementare i tessuti molli, oltre alla già citata possibilità di funzionalizzazione virtuale del restauro. Notevole è poi il risultato in implanto-protesi, con la possibilità di programmare e finalizzare in pochissimo tempo elementi cementati o avvitati, oltre che poter realizzare in tempo reale dei restauri per carico immediato.
La modalità “in-office” richiede ovviamente un lungo percorso formativo, una curva di apprendimento e la giusta passione per la manualità. Infatti, la digital dentistry non è nulla senza quello che io chiamo “human touch”, ovvero il controllo diretto, analogico e ragionato dell’operatore, come per esempio nelle fasi di infiltrazione e caratterizzazione della zirconia, nella glasura di una faccetta o anche semplicemente nella post-produzione dei manufatti stampati.
In che modo collabora con il laboratorio odontotecnico?
L’odontotecnico rimane ancora fondamentale, specialmente per i restauri più “complessi”, al fine di conferire la giusta connotazione tecnica ed estetica. è infatti impensabile gestire in-office alcune lavorazioni, come, per esempio, la ceramizzazione di cappette in zirconio o il montaggio denti di una Toronto su impianti. In tal senso, il nostro laboratorio diventa prezioso per il completamento di procedure miste analogico-digitali, conferendo a queste un indubbio valore aggiunto.
Infine, anche se ormai universalmente entrata nel mondo CAD-CAM, per la protesi totale preferiamo ricorrere ancora alla modalità analogica, proprio per la resa qualitativa che il nostro laboratorio ci garantisce.
Cosa suggerisce ad un collega che ha appena iniziato ad usare exocad?
Gli suggerisco e gli consiglio di non interrompere mai il percorso formativo, affidandosi alla competenza di istruttori qualificati piuttosto che cercare di scoprire in autonomia le funzioni del software. Infine, riguardo alla mia esperienza, le potenzialità di exocad emerse durante l’uso sono state tali per cui inevitabilmente mi hanno condotti a sviluppare un settore CAM per la produzione dei suddetti restauri. In alternativa, un giovane che non possa o non voglia intraprendere questa strada, e sostenere di conseguenza importanti investimenti, può tranquillamente limitarsi a gestire il flusso CAD ed esportare i suoi restauri in out-sourcing, delegando la produzione ad un laboratorio esterno.
Quali tendenze prevede per i prossimi anni?
La realtà aumentata, le stampanti a zirconia, nuove modalità di chirurgia guidata, e dispositivi custom-made per GBR implantari sono interessanti evoluzioni della digital dentistry che si stanno già da un po' affacciando sulla scena e promettono di implementare, se non rivoluzionare, il consueto modo di fare odontoiatria. Lo stesso dicasi per le varie evoluzioni digitali che hanno coinvolto l’ortodonzia.
Personalmente, prevedo e auspico lo sviluppo ed il potenziamento di software tipo “hub”, ovvero capaci di raccogliere le informazioni provenienti da varie fonti digitali, ed integrarle nel calcolo e gestione dei nostri progetti. Sul fronte hardware, prevedo una inevitabile riduzione dei costi e, di conseguenza, una maggiore accessibilità alle tecnologie digitali da parte soprattutto delle nuove generazioni di dentisti, che non potranno prescindere dal loro utilizzo nella loro futura carriera professionale.